Starting Out with Python 3rd Edition Gaddis Test Bank instant download
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Gaddis: Starting Out with Python, 3e - Test Bank
Chapter Seven
MULTIPLE CHOICE
1. What are the data items in the list called?
a. data
b. elements
c. items
d. values
ANS: B
2. Which list will be referenced by the variable number after the execution of the following code?
number = range(0, 9, 2)
a. [0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9]
b. [1, 3, 5, 7, 9]
c. [2, 4, 6, 8]
d. [0, 2, 4, 6, 8]
ANS: D
ANS: A
ANS: B
5. What method can be used to place an item in the list at a specific index?
a. append
b. index
c. insert
d. Add
ANS: C
6. What would be the value of the variable list after the execution of the following code?
list = [1, 2]
list = list * 3
a. [1, 2] * 3
Gaddis: Starting Out with Python, 3e - Test Bank, Chapter Seven 2
b. [3, 6]
c. [1, 2, 1, 2, 1, 2]
d. [[1, 2], [1, 2], [1, 2]]
ANS: C
7. What would be the value of the variable list after the execution of the following code?
list = [1, 2, 3, 4]
list[3] = 10
a. [1, 2, 3, 10]
b. [1, 2, 10, 4]
c. [1, 10, 10, 10]
d. invalid code
ANS: A
ANS: B
9. What would be the value of the variable list2 after the execution of the following code?
list1 = [1, 2, 3]
list2 = list1
list1 = [4, 5, 6]
a. [1, 2, 3]
b. [4, 5, 6]
c. [1, 2, 3, 4, 5, 6]
d. invalid code
ANS: B
10. What would be the value of the variable list2 after the execution of the following code?
list1 = [1, 2, 3]
list2 = []
for element in list1
list2.append(element)
list1 = [4, 5, 6]
a. [1, 2, 3]
b. [4, 5, 6]
c. [1, 2, 3, 4, 5, 6]
d. invalid code
ANS: A
Gaddis: Starting Out with Python, 3e - Test Bank, Chapter Seven 3
11. When working with multiple sets of data, one would typically use a(n) _____.
a. list
b. tuple
c. nested list
d. Sequence
ANS: C
12. The primary difference between a tuple and list is that _____.
a. when creating a tuple you don’t use commas to separate elements
b. a tuple can only include string elements
c. a tuple cannot include lists as elements
d. once a tuple is created, it cannot be changed
ANS: D
ANS: C
ANS: B
ANS: D
TRUE/FALSE
1. True/False: Invalid indexes do not cause slicing expressions to raise an exception.
ANS: T
Gaddis: Starting Out with Python, 3e - Test Bank, Chapter Seven 4
2. True/False: Lists are dynamic data structures such that items may be added to them or
removed from them.
ANS: T
3. True/False: Arrays, which most other programming languages allow, have much more
capabilities than list structures.
ANS: F
ANS: F
5. True/False: The remove method removes all occurrences of the item from a list.
ANS: F
6. True/False: The sort method rearranges the elements of a list so they appear in ascending or
descending order.
ANS: F
7. True/False: The first step in calculating the average of the values in a list is to get the total of the
values.
ANS: T
8. True/False: Indexing starts at 1, so the index of the first element is 1, the index of the second
element is 2, and so forth.
ANS: F
ANS: T
10. True/False: In slicing, if the end index specifies a position beyond the end of the list, Python will
use the length of the list instead.
ANS: T
ANS: sequence
Gaddis: Starting Out with Python, 3e - Test Bank, Chapter Seven 5
2. Each element in a tuple has a(n) _______________ that specifies its position in the tuple.
ANS: index
ANS: len
4. Tuples are _______________ sequences, which means that once a tuple is created, it cannot
be changed.
ANS: immutable
ANS: slice
ANS: mutable
ANS: append
8. The _______________ exception is raised when a search item is not in the list being searched.
ANS: ValueError
9. The _______________ method reverses the order of the items in the list.
ANS: reverse
10. The _______________ function returns the item that has the lowest value in the sequence.
ANS: min
Other documents randomly have
different content
Le spiagge di Minori e di Maiori sono quanto c'è di più ridente in
questo golfo, da Salerno ad Amalfi e Sorrento, ed io non esito a
dichiarare che superano in bellezza la stessa spiaggia di Sorrento, a
costo anche di esser tacciato di un'eresia. Sono due punti di una
magica tranquillità, ristretti in breve spazio, freschi, ombreggiati e
ridenti; si direbbero appartati da tutto il resto del mondo. Non ho
veduto luoghi più graziosi. Il primo che s'incontra è Maiori, fondato
da Siccardo di Benevento nel secolo IX; il paese giace quasi in riva al
mare. Il monte situato dietro l'abitato, ridotto a foggia di terrazzi, è
coltivato a giardini nei quali sorgono casette bianche e pulite che
hanno l'aspetto di altrettante ville. Più in alto torreggia
pittorescamente un antico castello.
Eravamo appena entrati nella nostra camera, che un canto, giù nella
strada, ci chiamò alla finestra. Era di domenica: una processione
strana, caratteristica attraversava il paese. Seguivano la croce uomini
e donne, quelli con cappucci bianchi, queste con bianchi veli. I
cappucci erano circondati di una corona formata di foglie di roveto
spinoso. Gli uomini ai fianchi portavano una fune, certo in segno di
penitenza. La processione era dedicata alla crittogama. Tutte quelle
teste coronate di frondi offrivano un quadro pagano: si sarebbe
detta una processione di sacerdoti di Bacco coronati di pampini e
diretti ad un tempio di Dionisio. Quasi tutti gli uomini portavano la
corona di spine, compresi quelli che non rivestivano l'abito della
confraternita. Mi colpì in modo particolare la figura di un vecchio
invalido, canuto di capelli e di barba, il quale, con quella corona,
aveva davvero l'aspetto di un satiro. Dopo gli uomini venivano le
donne e le fanciulle con bianchi veli. Le strade essendo tanto strette
da dare il passaggio a stento a due persone per volta, erano stipate
da un muro all'altro.
In quel periodo, circa otto secoli prima della nascita di Cristo, i Greci
si stabilirono nei due golfi di Posidonia e di Napoli, edificarono Cuma
e Napoli, s'impossessarono delle isole di questo stupendo mare, e
imposero all'alto abitato di Capri il nome che ancor oggi conserva di
Anacapri, che è quanto dire Capri superiore. Prestando attenzione al
linguaggio che oggi parlano quei di Capri, si ritrovano parole di
origine greca, e di tipo greco sono le fisonomie distinte e nobili delle
donne, di foggia greca i paramenti, l'acconciatura dei loro capelli, ed
il modo con cui dispongono il mucadore, sorta di velo col quale
sogliono ricoprirsi il capo. Sebbene più tardi i Romani abbiano essi
pure posseduta l'isola, tuttora, come a Napoli, in gran parte è
sangue greco quello che scorre nelle vene de' suoi abitatori e dei
Greci; essi hanno la grazia e la dolcezza che li rendono accetti allo
straniero e che rendono idilliache persino le loro nude rocce e fanno
dimenticare anche quel demone che fu Tiberio. In quell'epoca i Greci
costrussero nell'isola dei templi, dei quali rimangono parecchie
vestigia. Si e detto pure che la gioventù di Capri fosse valentissima
nei ludi ginnastici che allora si praticavano nella palestra greca.
Augusto, quando per gli anni gli venne meno la salute, si recava a
respirare l'aria pura della Campania. Il clima balsamico della fresca
isola, la rara bellezza naturale delle sue rupi, il carattere tutto greco
degli abitanti, gli andarono a genio ed egli si fece costruire a Capri
una villa con magnifici giardini. Sorgeva questa, secondo le ricerche
degli archeologi, in quel punto dove si trovano attualmente i ruderi
grandiosi della villa di Giove, ai quali il popolo dà di preferenza il
nome di «villa di Tiberio». La località è stupenda. Situata nel punto
più elevato della spiaggia orientale, vi si gode la vista dei due golfi e
dell'ampio mare di Sicilia. I ricordi spaventosi di Tiberio hanno però
spento nell'isola la memoria di Augusto, e non si sa più nè dove
abbia questi abitato, nè dove sia stato, nè che cosa vi abbia fatto. Fu
senza dubbio negli ultimi anni che soleva venire a Capri. Poco tempo
prima di morire, vi trascorse quattro giorni in compagnia di Tiberio e
dell'astronomo Trasillo, abbandonandosi interamente al riposo e
acquistandovi un ottimo umore, secondo quanto narra Svetonio:
«Allorquando approdò nel golfo di Pozzuoli, era giunto pure colà un
legno di Alessandria d'Egitto. I passeggeri e la ciurma indossarono
abiti candidi, offrirono sacrifici, cantarono le lodi dell'imperatore,
augurandogli lunga vita, commercio, libertà e benessere. Questa
cosa gli procurò tanta soddisfazione da fargli distribuire alle persone
del suo seguito quattrocento monete d'oro, dopo essersi fatto
promettere d'impiegarle unicamente nel fare acquisto di merci
provenienti da Alessandria. Anche nei giorni seguenti continuò a far
loro doni, particolarmente di toghe e di palli, e ordinò che i Romani
parlassero greco e vestissero alla foggia greca ed i Greci alla romana
e parlassero latino. Volle assistere pure ai riti degli Efebi e diede loro
un banchetto, cui assistè. Accordò loro facoltà infine di portar via
pomi, altre frutta ed ogni specie di doni. Si prese in una parola ogni
ameno sollazzo. Diede ad un isola vicina a Capri il nome di
Agrapopoli, a motivo dell'ozio in cui vivevano le persone del suo
seguito che colà si recavano e si compiacque di dare ad un suo
favorito, Masgaba, il nome di Ktiste, quasi lo ritenesse il fondatore
dell'isola, e nel vedere, al sorgere delle mense, circondata da una
folla di lumi la tomba di quel Masgaba, il quale era morto un anno
prima, improvvisò ad alta voce un verso greco che diceva:
II.
Nella stessa maniera che la natura con le sue forme, con le sue tinte
contribuisce a rendere eminentemente poetica quest'isola magica,
fantastici parimenti e degni di un idillio vi appaiono gli abitanti. La
cittadina di Capri, la quale giace sopra una depressione del monte
fra le colline di S. Michele e del Castello, ha un aspetto assai
caratteristico. Le case piccole e bianche hanno i tetti a foggia di
terrazzo ricurvi alquanto nel mezzo. Sono questi per la maggior parte
ornati di vasi di fiori ed ivi si stanno la sera le fanciulle a godere il
fresco e a contemplare la vastità del mare tinto di rosa. Le case sono
attorniate per lo più da un terrazzino o da una loggia coperta o
veranda, resa più graziosa di solito da una pianta di vite e da vasi di
ortensie, garofani e oleandri. Quando il giardino è aderente alla
casa, vi dà accesso per lo più un pergolato che congiunge questo a
quella. Ciò forma il più bell'ornamento delle abitazioni dell'isola,
imperocchè consiste in un basamento in muratura a doppia fila, sul
quale sorgono i pilastri che sostengono le traverse in legno a cui si
appoggia la vite. Tutti quei pilastri e quelle colonne dànno alle case,
anche alle più povere, un certo aspetto grandioso ed alla loro
architettura un carattere antico e ideale. Si direbbero i portici di un
tempio; ricordano più di una volta le colonne delle case di Pompei.
I Capresi, duemila circa, sono il popolo più pacifico della terra: umani
di sensi, dolci d'indole, svegliati d'ingegno, dolorosamente poveri e
straordinariamente operosi, fanno i bifolchi, i vignaiuoli, i pescatori e
soltanto questi ultimi posseggono qualche cosa di proprio: la loro
barca e il pesce che raccolgono. Gli altri non sono in generale che
semplici fittaiuoli o mezzadri, imperocchè le masserie appartengono
per la maggior parte ai Napoletani. Il fittaiuolo paga per lo più dagli
ottanta ai centoventi ducati di fitto che deve ricavare, oltre il suo
sostentamento, dal vino, dall'olio e dalle frutta. Quando viene a
mancare il vino, come ora accade da ben tre anni, il contadino cade
nella miseria; stringe davvero il cuore vedere tutte le vigne spoglie di
grappoli e udire le lamentele di quella povera gente. Alcune donne
mi narrarono, sospirando amaramente, di aver dovuto vendere tutti i
loro ori, anelli, orecchini, segno questo della loro maggior miseria,
imperocchè soltanto in casi disperati una donna si spoglia delle sue
gioie. Qui le portano di continuo, ed è strano vedere povere ragazze
occupate ai lavori più gravi della campagna, portare grandi orecchini
d'oro e catenella d'oro al collo, cioè tutti i loro gioielli, spesso tutto
quanto posseggono.
Capri è un luogo fatto apposta per gli uomini stanchi della vita; non
saprei indicarne un altro in cui coloro i quali ebbero a soffrire
dispiaceri, potessero finire più tranquillamente i loro giorni. Lo
attestano i soldati invalidi ai quali fu assegnata per dimora. Trecento
di essi, inabili alla vita militare per infermità o per vecchiaia,
occupano la caserma posta al limite estremo della città. Essi dànno
all'isola l'aspetto di un asilo: si vedono girellare in ogni angolo, o
seduti, intenti a cantare le loro canzoni. Alcuni sono veterani delle
guerre napoleoniche; altri presero parte ai fatti che seguirono la
rivoluzione del quarantotto, in gran parte ciechi. Siccome nell'isola
non vi sono nè bestie, nè carri, nè carrozze, non corrono verun
pericolo.
III.
Più scarsi ancora sono gli avanzi della villa che sorgeva un dì sulla
bella collina di Castello, che sta a cavalcioni della città verso
mezzogiorno. Dal lato del mare la rupe sorge tagliata a picco, ed a
metà si apre l'apertura di una grotta. Verso terra stanno molte vigne
e sulla sommità torreggia, in istato ancora di buona conservazione, il
castello di Capri, piccola fortezza con mura merlate e torri, che dà
all'isola un'impronta medioevale. Hadrava eseguì scavi anche in
questa località, nel 1786, e vi scoprì buon numero di sale e di bagni
già devastati, alcuni pavimenti, statue, un bel vaso di marmo bianco,
un bassorilievo rappresentante Tiberio nell'atto di offrire un sacrificio,
un cammeo con ritratto di Germanico e busti di marmo e di gesso.
Anche tutti questi oggetti vennero dispersi e regalati parte ad
Hamilton, al pittore Tischbein, al principe Schwarzenberg, parte a
Russi ed Inglesi ignoti. Nel 1791 gli scavi furono nuovamente riempiti
di terra. Tutte le rarità antiche però scompaiono di fronte alla vista
stupenda che si gode dalla collina di Castello, sul mare di Sicilia, sul
golfo azzurro di Napoli e sulla rupe maestosa di Anacapri. Si vedono
pure di là la rupe scoscesa che dà a mezzodì, nonchè i tre picchi che
si slanciano verso il cielo a foggia di obelischi granitici, denominati i
Faraglioni.
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